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Ho aperto questo piccolo spazio per me, per raccogliere recensioni ed articoli scritti in questi anni come blogger (per Diario di Pensieri Persi) e redattrice (per Speechless Magazine e urban-fantasy.it), ma soprattutto come la lettrice maniaco-compulsivo-ossessiva che sono da sempre (eccomi su aNobii). Ma se tu, che ci sei capitato per caso, trovassi qualcosa di utile o interessante e magari desiderassi fermarti un poco per confrontarci e scambiare qualche chiacchiera sui libri, non potrò che esserne felice.

giovedì 21 novembre 2013

HARRY POTTER. STORIA DI UNA PROFEZIA - Approfondimenti

In una fredda, umida sera, all’interno di una spoglia stanza sopra la Testa di Porco, il saggio e già canuto preside della scuola di magia di Hogwarts si incontrò con una giovane donna di nome Sibilla Cooman, aspirante alla contestata - e di dubbia dignità - cattedra di Divinazione. Trovandola priva del dono della Veggenza, l’anziano Silente prese commiato dalla donna avviandosi verso la porta, quando lei, abbandonando il tono misticheggiante ed etereo impostato cui era solita, con una voce “aspra, rauca” iniziò a declamare quella profezia che, narrativamente parlando, sarà la causa scatenante dell’intera saga Potteriana. 
«Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese… l’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto… e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive… il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore nascerà all’estinguersi del settimo mese…»

“City of Lost Souls” di Cassandra Clare

THE MORTAL INSTRUMENTS SERIES book 5 
“City of Lost Souls” 

Jace e Clary: migliore storia d’amore drammatica. Simon, Isabel, Magnus, Luke, Valentine e tutti gli altri: miglior compagine di deuteragonisti, comprimari e antagonisti. Shadowhunters e Downwolders, gli Accordi, il Conclave, i Fratelli Silenti e il resto: miglior worldbluiding. Alicante, Idris, la Città di Ossa e gli altri luoghi: miglior background. In un ipotetico Urban Fantasy Award, queste sarebbero solo le più importanti tra le nominations che la Mortal Instruments series porterebbe a casa! 

I motivi? La storia d’amore tra Jace e Clary è una di quelle che entrano nel cuore, vi prendono dimora e, da padrone quali sono, ne fermano i battiti o li accelerano a proprio piacimento; forse per quell’impronta dolorosa e nostalgica conferita dalla struggente separazione nel periodo in cui credono di essere fratello e sorella, che perdura; o forse semplicemente perché la Clare sa come mantenere sempre stabili gli equilibri della narrazione, non scendendo mai nel patetico, nel forzato, nell’iperbolico, nell’ingiustificato, e rendendo quindi tutto sorprendentemente “reale”. Per questo stesso motivo, tutti i personaggi risultano sempre veri, tridimensionali, fedeli a se stessi e ben lontani dall’essere stereotipati o, peggio, dall’apparire come caricature di se stessi. Il world building è tra i più ricchi, complessi e avvincenti mai incontrati nella narrativa young adults, e gli scenari tratteggiati dalla Clare sono la degna e coinvolgente cornice in cui far muovere questo impressionante e riuscito mondo. 

"City of Fallen Angels" di Cassandra Clare

THE MORTAL INSTRUMENTS Series book 4 
“City of fallen Angels” 

Non ho mai scritto prima d’ora un commento a un libro della Mortal Instruments series, nonostante le ripetute e incantate letture, nonostante abbia contagiato non so più quanti amici consigliandola loro, nonostante si tratti di una delle serie che amo di più in assoluto. Anzi, proprio per questo. Perché è più facile scrivere un commento annotando qualche critica e riuscendo a rimanere parzialmente distaccati; difficile invece trovare gli aggettivi sinonimi di “bello”, “sorprendente”, “fantastico”, e riuscire a spiegare come è piaciuto e soprattutto perché è piaciuto qualcosa che ha fatto innamorare il cuore e ha affascinato il pensiero, creando un piccolo mondo proprio e indelebile dentro me. Anche questa volta mi trovo nella medesima difficoltà, nonostante questo quarto libro mi sia apparso meno “pulito” dei precedenti e forse meno brillante, se pur sempre coinvolgente… 

mercoledì 20 novembre 2013

"Clockwork Princess" di Cassandra Clare

THE INFERNAL DEVICES SERIES book 3 
“Clockwork Princess” 

Eccitazione e sollievo, apprensione e timore, attesa e nostalgia. Sono solo alcune delle emozioni che assalgono quello speciale e privilegiato lettore che cade con tanta facilità e naturalezza in balia delle storie narrate nei libri, quando si accinge ad aprire l'ultimo capitolo di una saga che l'ha conquistato ancor più di tutte le altre. Tutte le aspettative sono riposte in quel plico di pagine, che potrebbero a molti sembrar solo un insieme fitto e ordinato di inchiostro nero su foglio bianco, e invece sono dotate di due armi straordinariamente potenti: la magia di portarti con loro, dentro di loro, e la facoltà di farti ridere, sognare, commuovere, arrabbiare e, nel lasso di poche intense, violente, strabordanti ore, consumare un'intera vita non tua. E Clockwork Princess non si limita a farne vivere una, ma più vite, più amori, più destini. Stupendo per l'originalità delle soluzioni e interrogando ogni singolo lettore con le questioni emotive e esistenziali che sollevano.

"Clockwork Prince" di Cassandra Clare

THE INFERNAL DEVICES SERIES book 2 
“Clockwork Prince” 

Sollievo e nostalgia. Bizzarro come si azzuffino nell’animo sentimenti tanto contrastanti chiusa l’ultima pagina di questo libro Il sollievo nasce dal bisogno del cuore di una tregua per riprendersi dai tanti colpi subiti durante la lettura e – magari – per riuscire a distaccarsene. La nostalgia invece è dovuta alla difficoltà – colpi ricevuti, finale sorprendente e delusioni subite a parte – di separarsi da Will, Tess, Jem, Magnus e dalla loro Londra cupa e piovosa, ma assolutamente vitale, in cui si muovono Dawnworlders (Nascosti) e Shadowhunters (Cacciatori) dai modi antichi e un poco compassati (anche se scandalosamente più sciolti rispetto al mondo vittoriano nel quale vivono), ancora non a loro agio nel clima illusoriamente pacifico degli Accordi appena stipulati (sono passati solo dieci anni dal fatidico 1868), segnato da malcelata diffidenza e da traballanti e spesso falsi tentativi di alleanze e collaborazione, perché ancora troppo vicini e vivi sono i ricordi di repressioni, vendette e prevaricazioni che per secoli hanno caratterizzato la loro lotta senza quartiere né regole. 

"Clockwork Angel" di Cassandra Clare

THE INFERNAL DEVICES SERIES book 01 “Clockwork Angel”
"Non aveva mai immaginato che il suo primo bacio sarebbe stato così breve, disperato e impetuoso. Né che avrebbe avuto il sapore dell’acqua santa. E del sangue."
Come sempre un libro della Clare è una garanzia, quella di essere qualcosa in più di un semplice scritto, nero su bianco. La sua scrittura è capace di creare realtà e personaggi straordinariamente tridimensionali, al contempo complessi ed accessibili, dotati del raro dono di entrare con naturalezza ma anche con prepotenza nell’immaginario della fantasia e nell’emozione del cuore! 

Nel primo capitolo di questa sorta di prequel alla meravigliosa saga Mortal Instruments, nonostante quindi l’emozione e il piacere siano gli stessi, la Clare è riuscita a distaccarsi notevolmente dalla sua prima creatura, creando un’opera che, pur poggiando sulla stessa mitologia già ben strutturata, ha una sua lodevole autonomia.

martedì 19 novembre 2013

"Jesus" trilogy di Yoshikazu Yasuhiko

Quello di Yoshikazu è uno sguardo disincantato sulla vicenda del personaggio storico Gesù il Nazareno e sulla nascita del Cristianesimo, come solo quello di una persona cresciuta completamente a digiuno di quel complesso e stratificato insieme di tradizioni e influenze implicite che costituiscono la trama della civiltà occidentale, potrebbe essere. 

Obiettiva, secolare, non scevra di un certo scetticismo per gli eventi meno naturali e più difficilmente dimostrabili, la ricostruzione della vicenda del Gesù storico è frutto di approfonditi studi e ricerche e risulta in buona parte credibile, in altre forzata alla ragione forse, ma comunque avvincente. A riprova che la vita di questo personaggio straordinario, che lo si ritenga figlio di Dio, un maestro illuminato o solo un uomo manipolato dalle forze politiche che animavano la Giudea dell’epoca, riesce sempre e comunque a coinvolgere, intrattenere, incuriosire, toccare il cuore e commuovere.

giovedì 24 ottobre 2013

"Lady Susan" di Jane Austen

Non sono solo il carattere epistolare, la brevità o quel senso di “incompiuto” a separare questo romanzo dai sei canonici del corpus austeniano. Ma piuttosto la scelta di una protagonista che sarebbe stata la naturale antagonista di una classica eroina austeniana (una donna voluttuosa, civettuola, manipolatrice e opportunista, che vive per il piacere del lusso e dell’adulazione maschile e tratta la figlia come un ostacolo fastidioso e oltraggioso – come se ne avesse colpa! – ai propri ambiziosi progetti), e una singolare schietta sincerità nel confessare intenti – crudeli, calcolatori o vendicativi – da parte di Susan e timori allarmati per la sua doppiezza quasi impossibile da smascherare da parte degli altri. 

Riporto uno dei molti brani che mostrano sia l’essenza di Lady Susan – il suo disprezzo per la figlia e la falsità come scelta di relazione verso il mondo – sia la trasparenza nell’espressione dei sentimenti dei personaggi: 

I suoi [di Frederica] sentimenti sono piuttosto fervidi e l’incantevole ingenuità con cui li mostra fa nascere la legittima speranza che sarà derisa e disprezzata da qualunque uomo la incontri. La sincerità non vale nulla negli affari di cuore e quella ragazza è sempre stata una sprovveduta, schietta per natura o per posa. 
Lettera 19. Lady Susan a Mrs Johnson 

venerdì 18 ottobre 2013

"La morte della Pizia" di Friedrich Dürrenmatt

Ogni libro di Dürrenmatt che ho letto pare avere il coinvolgente, cadenzato, onirico ritmo di una ballata e la straordinaria capacità di trasformare la rivisitazione e manipolazione di un mito in un nuovo e universale archetipo. Come Il Minotauro rielaborava il mito del Labirinto come luogo della segnalazione dell’alterità e del riconoscimento dell’ineluttabile solitudine cui è destinato l’uomo [vedi Specchless Magazine 01, pagg. 108-111], La morte della Pizia rianima il mito di Edipo come metafora dell’insondabilità e dell’inafferrabilità della Verità.

Nella versione di Dürrenmatt, capriccio, arroganza, premeditazione e corruzione hanno composto, con irriguardosa beffa nei confronti degli dei, la serie di oracoli che hanno fatto da guida alla vicenda di Edipo, Giocasta e Laio e della Sfinge. Qualcuno di questi personaggi ha creduto negli oracoli e ha seguito quello che considerava essere il volere degli dei; qualcun altro, invece, ha finto di crederci solo per tornaconto personale. Ma infine, qualunque sia stata l’intenzione al momento del vaticinio e qualunque sia stata la consapevolezza degli attori messi in scena, gli oracoli hanno comunque avuto compimento: forse amor fati, forse self-fulfilling prophecy o forse vero intervento divino, chissà. 

"Lost in Austen" di Emma Campbell Webster

Il 28 gennaio 2013, Pride and Prejudice ha brillantemente “soffiato” sulle sue prime 200 candeline, ancora fresco, intenso, comunicativo come il suo primo giorno di pubblicazione. In questi duecento anni, generazioni di giovani donne e adulte di ogni età hanno sognato tra le sue pagine, sui suoi personaggi immortali, sulla sua intramontabile storia d’amore. L’incredibile quantità di sequel, spin-off e retelling, che ogni anno ingrossa le proprie fila, testimonia la portata di questo romanzo, capace di essere sempre attuale, sempre romantico, sempre struggente, sempre portavoce della ricchezza, del valore e dell’indipendenza dell’animo femminile

Chi, tra coloro che l’hanno amato, non ha letto e riletto e letto nuovamente il romanzo sino a sgualcirne le pagine? Chi non ha desiderato almeno una volta vestire i panni dell’arguta e testarda Elizabeth e sognato di incontrare il proprio Mr. Darcy (l’uomo perfetto grazie alla sua imperfezione)?; o ancora sperato di poter leggere nuove pagine che raccontassero di loro, saltate fuori da chissà quale fortunato baule dimenticato in qualche solaio? 

giovedì 17 ottobre 2013

"L'origine della distanza" di Francesca Scotti

Il Giappone è il paese dei contrasti evidenti – nella sua continua tensione tra passato e futuro, tra tradizione e tecnologizzazione, tra orgoglio nazionale e occidentalizzazione – e dell’incoerenza sotterranea – nello scontro tra l’immagine pubblica dei suoi abitanti, discreta, ligia, rispettosa e quella più intima, nascosta, che tende alla trasgressione o alla fuga. Su questa seconda caratteristica sembra concentrarsi il romanzo di Francesca Scotti che con una scrittura nitida ed essenziale, efficacemente distaccata e asettica, racconta l’isolamento, l’alienazione, la distanza del titolo. Che non è quella dei chilometri che separano la protagonista Vittoria, partita dall’Italia alla volta del Giappone, da casa e da coloro che ama, ma quella che via via, sola in quel Paese, instaura tra sé e gli altri, tra sé e il mondo e persino con se stessa. 

lunedì 14 ottobre 2013

"Histoire D'O" di Pauline Réage

Disturbante, sconvolgente e morboso. Eppure, stranamente e quasi in modo inappropriato, “giusto”. Perché c'è qualcosa di "puro" nella trasparenza e nella sincerità di questo libro così eccessivo e per certi versi spaventoso. La storia di O dovrebbe scuotere e persino far inorridire, e così avviene quando la si racconta a qualcuno che ancora, nonostante il suo successo, non la conosca, ma non mentre la si legge attraverso i suoi occhi. No, immersi nel libro, tutto ciò che le accade appare “normale”, naturale. Perché lo è per lei. 

Ma chi è O? Chi è questa donna che non ha neppure diritto a un nome e di cui, al termine del romanzo, ancora non conosceremo i tratti e i colori? 

venerdì 31 maggio 2013

"North and South" di Elizabeth Gaskell

Immagino piedi leggeri che salgono scricchiolanti scale di legno; immagino uno sguardo curioso che spazia sulle superfici polverose di una soffitta, graffiata dai chiaroscuri creati dalla luce che entra dall’abbaino; immagino mani che, attente ma avide, scoperchiano un antico baule; immagino l’emozione, la sorpresa, la commozione per il tesoro appena scoperto. Insperato, sconosciuto, eppure in qualche modo atteso e cercato. Questo è North and South, un prezioso gioiello rinvenuto per caso e per fortuna, di cui non si conosceva l’esistenza ma di cui si aveva inspiegabilmente nostalgia. 

North and South è efficacemente un romanzo storico, che fotografa i forti contrasti tra il sonnecchioso, rurale e tradizionale Sud e il pragmatico, industrializzato e innovativo Nord dell’Inghilterra della seconda metà del 1800, e un romanzo sociale, che affronta la lotta tra la classe operaia e gli industriali; è poi un piacevole Bildungsroman, che racconta la vita e la dolorosa crescita scandita da sradicamenti, perdite, confronti con nuove realtà, della giovane, pura, orgogliosa Margaret Hale; ed è anche uno squisito romance, che intreccia una storia d’amore fatta di scontri, malintesi, rivelazioni del cuore intempestive, teneri e struggenti silenzi quando l’anima vorrebbe invece gridare e le braccia stringere.

lunedì 6 maggio 2013

"Cirano de Bergerac" di Edmond Rostand

"Io parto per strappare al cielo una stella e poi, per paura del ridicolo, mi chino a raccogliere un fiore" (atto III, scena VIII). 

Questo dramma è meraviglioso, capace di raggiungere altissime note di lirismo che fanno vibrare e commuovere e al contempo, persino nella medesima pagina di queste, capace di accendere l’intelletto e le risa con l’ironia e le stoccate del protagonista.  

Eppure a tale grandiosità e profondità di linguaggio e a una indiscutibile ingegnosità della trama che, accattivante e coinvolgente, non può che fascinare qualunque lettore, si contrappone una debolezza intrinseca dei protagonisti che è spaesante. Sono tutti fortemente ben caratterizzati, eppure così fatalmente incoerenti con la descrizione che l’autore ne fa!

giovedì 2 maggio 2013

"Inquietudine d'amore" di Mishima Yukio

AI NO FUAN 

Ho letto questo breve dramma in atto unico molte più volte di quante abbia potuto segnarmi... e ogni volta a distanza di anni tra una e l'altra mi ritrovo a tremare per la profondità che Mishima riesce a infondere nelle parole e nei gesti dei tre sfortunati protagonisti... 

Un magazzino desolato e abbandonato, illuminato solo da una candela e dai raggi della luna... Il giovane Shigeru di soli diciassette anni vi si nasconde in attesa di fuggire con la nave di contrabbandieri che salperà la mattina all'alba, perché ha ucciso. Non intenzionalmente, ma ha ucciso... E' raggiunto inaspettatamente da Michiko, che appena tornata dalla gita scolastica ha saputo di lui ed è corsa a cercarlo... Questa notte dovranno dirsi addio. 

Si rincorrono frasi sciocche e spaventate, minacce e dichiarazioni d'amore, di due amanti troppo giovani e sprovveduti che non sanno come esprimere il loro amore e il loro dolore, che non sono pronti a quell'addio definitivo.

"Pagine rubate" di Cassandra Clare

MORTAL INSTRUMENTS SERIES
contenuti speciali 
“Pagine rubate” 

Accade sempre. Quando ci si innamora di una saga e dei suoi personaggi, quello che l’autore consente di leggere nei romanzi sul loro passato, sul loro presente e sul loro futuro, non è mai sufficiente. Assetati di altre informazioni, stralci di dialoghi, echi di pensieri, ci si ritrova a immaginare da soli per giorni nuovi scenari, seguiti, retroscena mai raccontati; i più dotati trasformano questi voli di fantasia in fanfictions o fanart; altri, meno creativi, penderanno dalle labbra digitali dell’autore in attesa pubblichi nel proprio sito qualche succoso outakkes, indispensabile alla sopravvivenza sino all’uscita del prossimo romanzo.

"Clockwork Angel. Graphic Novel" di Hye Kyung Baek

INFERNAL DEVICE SERIES 
graphic novel book 1
“Clockwork Angel”

Il tratto di Hye Kyung Baek, già famoso per l’adattamento manhwa di Gossip Girl, non è dei più raffinati e manca certamente di espressività e dinamicità (difetti che caratterizzano la maggior parte delle opere manhwa); ma la trama e i personaggi sono di Cassandra Clare, e anche una trasposizione così poco autoriale non ne sminuisce il valore e la comunicatività.

La graphic novel è infatti assolutamente godibile e irrinunciabile per ogni fan della saga, così come i due seguiti di cui la Yen Press ha già annunciato le date di uscita:

mercoledì 1 maggio 2013

"Il paese delle nevi" di Kawabata Yasunari

“Yukiguni” 

La serenità e la solennità della Natura, la sua quiete pur nel mutamento perpetuo e ineluttabile, la sua consapevolezza, sono lo sfondo su cui si muovono – brancolando e annaspando – gli esseri umani, con la loro irrequieta inquietudine, il loro essere ignari di quale sia il proprio posto in questo mondo. Forse per dare espressione a tale verità Kawabata – in questo romanzo impalpabile, inafferrabile e che pur lascia un solco profondo nell’anima con la sua poesia e i suoi silenzi che parlano solo al cuore e lasciano la mente a ricercare a tentoni significati e accadimenti – descrive in modo così nitido, minuzioso, vivo la Natura e racconta invece solo a frasi spezzate, a episodi frammentati, la vicenda e i sentimenti dei tre protagonisti. 


Il paesaggio era scuro, severo. Il crepitio della neve che gelava sulla terra pareva rimbombare nelle sue profondità. Non c’era luna. Le stelle, troppe per sembrare vere, si affacciavano in cielo con uno scintillio così vivo che parevano precipitare nel vuoto. […] Le vette della catena montuosa confondendosi l’una con l’altra, si levavano massicce sull’orlo del cielo stellato in un’oscurità così greve e fosca che pareva partecipare del loro peso. L’insieme della scena notturna si fondava in una pura, serena armonia.

"Hayao Miyazaki. Le insospettabili contraddizioni di un cantastorie" di Alessia Spagnoli

Saggio godibilissimo e a tratti davvero illuminato sulla poetica, i percorsi diegetici, la cifra spirituale e i valori sottesi, delle opere dell’inarrivabile genio di Hayao Miyazaki. 

Ricco di spunti, riflessioni, citazioni, è da annoverare tra i must read books da fan del regista e cinefili di ogni sorta, nonostante risenta purtroppo di una disorganicità espositiva talvolta e di una quantità inaccettabile di errori sintattici e refusi di stampa. 

Imperdibile.

domenica 28 aprile 2013

"Martirio" di Mishima Yukio


pubblicato su Diario di Pensieri Persi il 24 maggio 2013 

Junkyo è un racconto di morte, di incomprensione, di negazione dei sentimenti. Ma è anche un racconto singolarmente sensuale, di un erotismo sotterraneo e disturbante che, muto, accompagna ogni singola pagina, e si manifesta in due episodi, bruschi e vibranti: un bacio ruvido nella luce spettrale di una notte di luna e un morso che richiede riconoscimento, senza ottenerlo, e colora di rosso la scena, sino a quel momento bicromatica e scura. 

Impressiona l’equilibrio con cui il giovanissimo Mishima, allora solo ventiquattrenne, costruisce questo breve racconto (del 1948), schizzando con eleganza, poesia e quasi con ferocia ritratti ed eventi e inserendovi in nuce tutti gli elementi che caratterizzeranno poi la sua produzione letteraria e che, probabilmente, rappresentano i suoi turbamenti, manie, ideali più profondi: l’omosessualità, il fascino della nudità maschile, il valore ambiguo della bellezza, il complesso e tormentato rapporto tra Eros e Thanatos.

"Poesie" di Yotaro Issa

Prima lucciola, 
perché te ne vai? 
Io sono Issa.

Con questo ultimo haiku si chiude la selezione proposta dall’editore Acquaviva dei lavori di Issa. Quasi a dire che dopo tutto quello che ha scoperto su di lui, pagina dopo pagina, sul suo amore, il suo rispetto e la sua costante meraviglia per la vita e per la natura, il lettore può ora pienamente comprendere il perché la lucciola non abbia alcun motivo di allontanarsi dal poeta. Lui è Issa! 

Da queste pagine – proposte in un’edizione essenziale (una presentazione di poche righe e un haiku per pagina, senza testo originale a fronte o possibili letture) e di un'eleganza sobria squisitamente orientale – emergono con straordinaria limpidezza sia la luminosa visione della vita dell’haijin sia i suoi profondi dolore e sconforto. Anche se quello di Issa non è mai uno sguardo disincantato, disinnamorato o, peggio, arreso. Bastano due haiku, così simili eppure specularmente antitetici, a mostrare il cuore di un uomo in balia del cammino che la vita gli ha tracciato, cui a volte sa rispondere col sorriso, altre con umbratile ma quasi fanciullesco risentimento:

"La paura in Giappone" di Marta Berzieri

Piacevolissimo saggio che classifica e racconta, con ricchezza di esempi, rimandi letterari e artistici, cenni storici e un buon compendio iconografico, il mondo soprannaturale “mostruoso” e demonologico della cultura giapponese, che ha origine dal folklore popolare e dalle tradizioni dello Shintoismo e del Buddhismo. 

Dopo una breve ma interessante introduzione, l’autrice descrive le varie e numerose creature, che suddivide in yōkai – 妖怪, bakemono – 化け物, oni – 鬼, yūrei – 幽霊, in una trattazione leggermente accademica (l’opera è infatti nata come tesi di laurea) e poco speculativa, ma gradevole, scorrevole e pulviscolare. Esaustiva per il curioso e ricca di spunti e suggerimenti di lettura e ricerca per il yamatofilo – neofita e non –, frutto di un lodevole, impegnato ed esteso lavoro di documentazione.

sabato 27 aprile 2013

"Demoni e mostri del Giappone" a cura di Royall Tyler

Il volume propone una selezione di 77 testi tratti dalle due principali raccolte di setsuwa – il Konjaku Monogatarishū (1120 - periodo Heian) e l’Uji Shūi Monogatari (periodo Kamakura) –, ma anche dal Kokonchomonjū (dell’aristocratico Tachibana no Narisue, 1254), dall’Hosshinshū (a carattere religioso, 1208 – 1216), dall’Heike monogatari (capolavoro assoluto del genere gunki monogatari, redatto nel XIII secolo) e da molte raccolte “minori” compilate tra gli anni 822 e 1350. 

Se la selezione va incontro al neofita e al curioso che desidera godere solo di un assaggio (ma comunque valido e felicemente rappresentativo) della realtà della setsuwa bugaku, scontenta invece l’integralista sostenitore dell’originalità e della completezza, non per la ovvia parzialità di riproduzione dei testi originari, ma perché il curatore precisa nell’introduzione di essere intervenuto sui testi con ritocchi, modifiche, accorpamenti nel caso dell’esistenza di più versioni.